BLESS THE HELL – OLD BRIDGE (gennaio 2020)
“Bless the Hell” è il primo album full-lenght della band metal fiorentina Old Bridge.
E' uscito auto prodotto l'11 gennaio 2020 ed è stato registrato presso gli studi della Soundscape di Firenze.
Al disco hanno partecipato:Silvia Agnoloni: voce e cori
Damiano Porciani: chitarra solista
Alessandro Berchicci: chitarra ritmica
Shinobi Seiryu (Antonio Maranghi): basso
Nico Cempini: batteria
Inoltre:
Beppi Menozzi: tastiere, Paolo Puppo tutta la parte grafica
Tutte le canzoni e i testi sono state scritte da Silvia Agnoloni e dalla stessa Silvia e Old Bridge per le musiche.
Al titolo (Benedire l'Inferno) non deve essere data un'interpretazione blasfema, piuttosto deve essereinteso come un doveroso ringraziamento alla Divina Commedia di Dante Alighieri (che ritroviamoanche sulla copertina del disco, davanti al portone attraverso il quale “si va nella città dolente”),che, col suo Inferno e il suo immaginario onirico, ispira gran parte del lavoro del gruppo.Bless the Hell è infatti una sorta di immersione dentro l'Inferno personale che ognuno si portadentro, alla ricerca non tanto di redenzione, quanto di compassione (intesa nell'accezione propriadella parola, condivisione) della condizione umana: varcata la soglia che conduce “Ad Inferi”, ci sitrova al cospetto dei propri peccati e delle proprie fragilità, anelando ad un paradiso che ci salvi e cielevi dalle debolezze e dalle tentazioni terrene.“Do it or not”, Fallo oppure no, pone subito davanti ad una scelta drastica fra la vita e la morte, conchiari riferimenti all'auto-annientamento, visto come rifiuto di una vita vuota, che stenta a trovareun senso, pervasa da un senso di perdita costante. Ecco allora che l'anima sprofonda nelladimensione a lei più consona: il Sogno (The Time of Dream), quella in cui non conta più il tempo,né le sofferenze passate; qui la speranza è giusta e sacra, tanto da far pensare che ci sia una qualchepossibilità di salvezza per il genere umano.
Ma il sogno diventa incubo ricorrente, in cui siconsolida sempre più la consapevolezza che non vi sia alcuna possibilità di riscatto per chi sbaglia,nessuna redenzione (Salvation).E mentre si prosegue l'inesorabile discesa dentro il proprio Inferno, si incontrano angeli ben diversidalle candide figure immacolate che ci avevano presentato da bambini. Sono angeli derelitti,ubriachi, drogati, dalle ali spezzate, che insieme a noi piangono una condizione ineluttabile (Angelscould cry).Potrà il Paradiso, che nell'immaginario collettivo rappresenta la somma perfezione, e giace intatto eimmacolato nei nostri pensieri, darci ciò che disperatamente la nostra natura transitoria ci spinge acercare? Ecco il Diavolo, il Prediletto, Il Più Bello, mascherarsi e, non visto, osservare ridendoquanto accade: dietro le sue provocazioni, dimostrerà che anche il Paradiso è soggetto alle stessedebolezze umane, come l'odio, la vendetta, la rabbia (Rage in Paradise).
Finchè non si arriva al cospetto di un'Entità Superiore, alla quale ci hanno sempre imposto dipiegarci e sottometterci, conformando le nostre azioni per compiacerla (Pleasing the Lord), perscoprire poi che niente di ciò che ci aspettavamo è stato mantenuto. E' ora che anche noi veniamotrattati con lo stesso riguardo.Ma come pedine di un gioco macabro, siamo costretti ad andare avanti sempre e comunque: la vitaè beffarda: un gioco finisce per subito ricominciarne un altro (Game Over), in un'eterna condanna.My Best Day rappresenta il momento in cui finalmente si riesce a prendere consapevolezza dellapropria forza interiore e potenzialità. Prima o poi il giorno migliore arriva, il giorno in cui verrannopareggiati i conti e tutti coloro che ci hanno fatto del male, feriti, derisi, la pagheranno, non pergiustizia divina, ma perchè la giustizia è Una.
Quando il viaggio giunge al termine, ci si risveglia dal torpore in una città piena di sguardi vuoti, dimiseria, inghiottita dai neon e dai peccati, che però amiamo a prescindere, perchè ci appartiene e leapparteniamo (Old Bridge).Lontani da un paradiso rinnegato, che si è dimostrato soggetto alle nostre stesse fragilità, accettiamoil nostro Inferno, di cui diventiamo Re e Regine, sovrani e dominatori, e a lui ci abbandoniamocome ad un amante promiscuo, benedicendolo (Bless the Hell). Perchè gli errori diventinoesperienza, il dolore non vada sprecato, le colpe non ci soffochino. E perchè meglio laconsapevolezza di un'imperfezione proficua, che una vita spesa ad anelare alla perfezione senzaraggiungerla.“E quindi NON uscimmo a riveder le stelle”, ma restammo nel nostro Inferno, convertito, accettato,perfino prezioso, per arrivare a conoscersi veramente. “That's why I'm blessing the Hell”
Mazzarella Press Office
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